Tra le opere di Bistolfi custodite nel Cimitero Monumentale di Milano, va ricordata la suggestiva Edicola Toscanini.
Leonardo Bistolfi è senza dubbio uno degli scultori più significativi del simbolismo italiano. Piemontese di origine, vince una borsa di studio e frequenta l’Accademia di Brera. Qui viene in contatto con la Scapigliatura lombarda. In particolare la sua passione il suo interesse sono rivolti al lavoro di Tranquillo Cremona e a quello dello scultore Giuseppe Grandi, che però non accetta allievi. Il sogno di Bistolfi era di poter crescere sotto l’ala di questo importante scultore. Una vota visto infrangersi il suo sogno, torna a Torino dove si iscrive all’Accademia Albertina e studia sotto la guida del Tabacchi.
Gli esordi già annunciano un legame privilegiato con l’arte cimiteriale: aperto uno studio per conto suo, nell’82 realizza il suo primo monumento funebre, L’Angelo della Morte (tomba Braida, Torino). Da questo momento in poi sono tantissime le opere dedicate al tema della morte e della sepoltura che coinvolgono il talentuoso scultore, tanto che gli viene attribuito l’appellativo di “poeta della morte“.
Tutta la qualità del suo linguaggio plastico, duttile e fluida, che dal marmo e dal bronzo fa scaturire immagini di sensuale bellezza e di incredibile raffinatezza lineare si ritrovano nell’Edicola Toscanini, situata nell’area di levante del Cimitero Monumentale di Milano, spazio 184.
Realizzata tra il 1909 e il 1911 con il contributo dell’architetto Mario Labò, l’Edicola è esempio perfetto dello stile elegante e raffinato del Bistolfi. Di piccole dimensioni, l’Edicola è realizzata in marmo di Carrara con bassorielievi in stile tardo simbolista ispirati alla Secessione Viennese.
L’edicola è stata realizzata per il piccolo Giorgio, figlio del grande compositore, morto a soli 5 anni. Danneggiata durante la guerra, fu lo stesso Arturo Toescanini a non volere che i segni dei bombardamenti venirreo eliminati. Oggi, al suo interno, oltre al Maestro sono sepolti anche la moglie Carla, la nuora Cia Fornaroli, la figlia Wanda e suo marito, il famoso pianista Wladimir Horowitz.
Il programma iconografico è tutto dedicato al piccolo Giorgio: tre figure allegoriche, tra cui i genitori dolenti, sono accostate a una culla con giocattoli e una nave che viene dall’America, quest’ultima posizionata proprio in facciata, sopra al portale d’ingresso. Sui lati sono presenti le tre Parche, che seguono e segnano il destino di ogni uomo.