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I cimiteri dell’Isola di Man

Ad agosto ho scoperto i cimiteri dell’Isola di Man. Ho, infatti, affrontato un viaggio, lungo e impegnativo, che da casa mi ha portato sull’Isola di Man. Ho attraversato la Francia, l’Inghilterra e il Galles, per poi giungere su questa splendida isola, così particolare e unica, incastonata nel mar d’Irlanda, tra l’Irlanda e la Gran Bretagna.

Come nella miglior tradizione britannica, i cimiteri dell’Isola di Man sono essenzialmente dei County Churchyard. Uno dei cimiteri principali sorge proprio di fronte alla partenza di due gare leggendarie dell’Isola: il Tourist Trophy, meglio conosciuto come TT, e il ManX Gp. Non posso negare che faccia un po’ impressione vedere un cimitero proprio in prossimità della partenza di queste pericolosissime gare.

L’isola è famosissima tra gli appassionati di moto, in particolare di Road Race. Tuttavia offre anche paesaggi mozzafiato, antichi castelli e tradizioni che risalgono a secoli fa.

Diffusi sul suo territorio, si possono incontrare numerossissimi cimiteri che circondano antiche chiese di pietra. Ce ne sono di grandi, medie e piccoli dimensioni.

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Il fascino del Cimitero di Bibury, nel cuore delle Cotswolds

Questa estate ho visitato le Cotswolds, in Inghilterra, e sono rimasta rapita dal suo suggestivo cimitero, un tipico Country churchyard inglese.

Il pittoresco villaggio di Bibury, nel cuore delle Cotswolds, ti cattura per il suo fascino senza tempo. Ma c’è un luogo davvero particolare che merita una menzione speciale. Questo luogo davvero unico è il cimitero che sorge accanto alla storica St. Mary’s Church. La tipologia di questo cimitero è quella del camposanto o, in inglese, country churchyard, lo spazio circostante le chiese dove avvenivano le sepolture in poca medievale.

Durante questo viaggio in Inghilterra ho potuto osservare e ammirate moltissimi cimiteri di questo tipo. A breve pubblicherò anche un posto su i country churchyards dell’Isola di Man che ho visitato proprio questa estate.

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La chiesa dei morti di Vello

La chiesa dei morti di Vello è la chiesa più antica di questo piccolo centro che sorge sulle rive del Lago d’Iseo. La chiesa dei morti è stata edificata proprio lungo la strada costiera che conduce al centro storico e risale al XI-XV secolo. Conosciuto come chiesa dei morti o del cimitero, l’edificio svolse anche funzione di parrocchiale dal 1504 al 1704.

La chiesa si trova in una posizione particolarmente suggestiva, proprio come altre chiese prossime a cimiteri di cui abbiamo già scritto, per esempio la chiesa di San Pietro a Tavernola. La chiesa in realtà è dedicata a Sant’Eufemia, ma a tutti è nota come “chiesa dei morti” per la vicinanza al cimitero che si sviluppa nell’antico camposanto.

Chiesa dei morti di Vello: le fasi costruttive

Le prime notizie che possediamo relative a questo edificio provengono da un documento del 1132 in cui Papa Innocenzo II conferma il possesso della chiesa al Monastero bresciano di Sant’Eufemia a cui si deve probabilmente la sua costruzione nel XI sec. Dell’edificio romanico rimane intatto solo il campanile che si eleva al fianco sinistro.

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Cimitero panoramico a Tavernola Bergamasca

Siete alla ricerca di un cimitero panoramico? A Tavernola Bergamasca, sul Lago di Iseo, è possibile visitare un piccolo cimitero molto suggestivo dal quale godere di una vista incredibile. Non solo, proprio accanto a questo cimitero panoramico, si trova una piccola chiesa di notevole rilevanza storica e artistica, la chiesa di San Pietro. Insomma proprio la meta ideale per chi ama il necroturismo.

Tavernola Bergamasca

Tavernola Bergamasca è un piccolo borgo sulle sponde del Sebino caratterizzato da un nucleo medievale di cui la torre trecentesca, dovuta alla famiglia Fenaroli, è il simbolo. L‘antica parrocchiale di Tavernola è la chiesa di San Pietro, costruita nel XIII secolo. Nel tempo l’edificio subisce un lento declino, mantenendo solo il ruolo di chiesa cimiteriale.

Chiesa di San Pietro a Tavernola Bergamasca
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La tomba di Leonardo nel Castello di Amboise

Il fatto che la tomba di Leonardo da Vinci si trovi nel Castello di Amboise, nella regione della Loira, in Francia, è un dato molto rilevante e significativo per diversi motivi.

Per prima cosa obbliga a chiedersi come mai Leonardo sia morto lontano dall’Italia. Questa domanda è anche fondamentale per placare gli animi di tutti coloro che rivendicano la famosa Gioconda.

La Gioconda se ne è andata in Francia insieme a Leonardo che, in Italia non era più apprezzato e non riceveva commissioni. Così il genio toscano decise di accettare il prestigioso invito del re Francesco I, grande stimatore dell’arte italiana e ammiratori dell’artista.

Oggi la tomba di Leonardo da Vinci, come tante altre tombe di artisti famosi, è meta di turisti che decidono di intraprendere viaggi, anche impegnativi, per rendere omaggio a questi uomini e donne così speciali.

Leonardo in Francia

Leonardo giunse in Francia nel maggio del 1517 con Francesco Melzi e Battista de Vilanis, portando con sé numerosi manoscritti e dipinti, tra cui la Gioconda, acquistata da Francesco I per per circa 4mila ducati d’oro, e venne accolto con grandi onori. Sulla Loira trascorse gli anni più felici della sua vita.

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Il Mausoleo di Teodorico a Ravenna

Il Mausoleo di Teodorico si trova alle porte di Ravenna, ove, un tempo, sorgeva il cimitero dei Goti. Teodorico, re degli Ostrogoti e figlio di Teodomiro, nacque verso il 454 d. C.. Educato alla corte di Costantinopoli, egli mantenne sempre molto chiara e forte la propria identità ostrogota.

Teodorico governò saggiamente per quasi trentatré anni e Ravenna, capitale del suo regno, fu arricchita di opere monumentali. Tra queste, spicca proprio il famoso Mausoleo, costruito con grandi blocchi di pietra d’Istria, ben squadrati e posizionati a secco, ma legati all’interno da grappe in ferro.

L’esterno del mausoleo

La struttura si articola su due ordini sovrapposti: quello inferiore è scandito da nicchie a tutto sesto, che richiamano le forme dell’architettura romana; il superiore, invece, è più stretto, sempre decagonale e le nicchie ripetono in rilievo il motivo del porticato.

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Il restauro del Monumento Rossini Colbran nel Cimitero Monumentale della Certosa

Il restauro del Monumento Rossini Colbran, collocato nel Cimitero Monumentale della Certosa a Bologna, rappresenta un intervento particolarmente significativo sia per collaborazione tra istituzioni, sia per la valorizzazione del patrimonio cimiteriale.

Nato dalla collaborazione tra Museo civico del Risorgimento (Settore Musei Civici Bologna) e l’Accademia di Belle Arti di Bologna, il restauro è stato operato dagli allievi del Corso di Diploma Accademico in “Restauro dei materiali lapidei e derivati. Superfici decorate dell’Architettura”, che hanno condotto un intervento di tipo conservativo.

L’intervento, finalizzato a restituire omogeneità e leggibilità all’opera, è stato condotto da Maria Teresa Nicosia, sotto la supervisione scientifica della professoressa Miriam Ricci, docente di Restauro dei Materiali lapidei.

L’intero progetto si è svolto sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Ferrara e Reggio Emilia.

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Le tomba di Dante e la zona del silenzio di Ravenna

La tomba di Dante e la zona del silenzio a Ravenna si trovano in uno dei luoghi più suggestivi di questa incantevole e antica città, famosa soprattutto per i meravigliosi mosaici custoditi nelle sue splendide basiliche.

La zona del silenzio, risistemata tra il 1933 e il 1936, comprende un complesso di monumenti interessanti, resa ancora più illustre dalla presenza della tomba di Dante, morto a Ravenna la notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321.

Oggi, la tomba di Dante si presenta come un tempietto in stile neoclassico, voluto dal Cardinale Legato Luigi Valenti Gonzaga che ne affidò il lavoro all’architetto Camillo Morigia nel 1780. Preesisteva un sepolcro, abbellito da un ritratto realizzato da Pietro Lombardo e commissionato da Bernardo Bembo nel 1483.

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La tomba di Marc Chagall nel piccolo cimitero di Saint-Paul de Vence

La tomba del pittore Marc Chagall (1887-1985) è custodita nel piccolo e romantico cimitero di Saint-Paul de Vence, delizioso borgo poco lontano da Nizza, famoso per le sue splendide gallerie d’arte e gli artisti che qui hanno vissuto.

Marc Chagall è, insieme a Picasso e Matisse, tra gli artisti che hanno abitato in questo splendido villaggio racchiuso da poderose mura medievali. L’artista, di origine bielorussa, giunse a Saint-Paul de Vence per la prima volta nel 1949, dopo la guerra, per superare la terribile depressione che lo aveva colpito in seguito alla morte dell’amatissima moglie Bella, deceduta a causa di un’infezione virale.

Chagall scelse quindi la Provenza per superare questo trauma, costruì una casa chiamata La Colline lungo su le Chemin de Gardettes e vi si stabilì definitivamente dal 1966. Si risposò con Valentina, detta “Vava”, Brodsky.

A Saint-Paul de Vence frequentava spesso luoghi ancora oggi molto conosciuti come la Colombe d’Or o il Café de la Place, dove fece la conoscenza di Aimé e Marguerite Maeght, fondatori della famosa e prestigiosa Fondazione Maeght, meta imperdibile per gli amanti dell’arte contemporanea. Grazie al legame tra Chagall e i Maeght, la collezione presenta oggi un cospicuo corpus di opere del pittore.

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Memento mori, Vanitas e piramidi al Labirinto della Masone

Immerso nella campagna emiliana, il Labirinto della Masone è un parco culturale unico e sorprendente. L’architettura, la collezione d’arte, che comprende raffinatissimi Memento mori e Vanitas, e il labirinto trasportano il visitatore in un’altra dimensione.

L’architettura si esprime attraverso forme pure ed essenziali progettate da Pier Carlo Bontempi e Davide Dutto. Tra gli elementi che spiccano per originalità, segnaliamo la cappella a forma di piramide, antica struttura monumentale, utilizzata per diverse funzioni. Le più famose, ma non sono assolutamente le uniche, sono quelle egizie, che svolgevano una funzione funeraria, custodivano infatti la tomba del faraone.

Oltre alla cappella a forma di piramide, il parco culturale voluto da Franco Maria Ricci, uomo coltissimo ed editore raffinato, offre la possibilità di perdersi in un labirinto di bambù che copre una superficie di ben sette ettari.

Non solo, il parco offre al visitatore la possibilità di scoprire la collezione d’arte di Franco Maria Ricci (circa 500 opere dal Cinquecento al Novecento) e la biblioteca dedicata ai più illustri esempi di tipografia e grafica, tra cui molte opere di Giambattista Bodoni (su cui Ricci ha curato recentemente uno splendido volume monografico) e l’intera produzione di Alberto Tallone.

La collezione d’arte raccoglie veri e propri capolavori di grandi artisti, da Gian Lorenzo Bernini ad Antonio Canova, da Francesca Hayez ed Antonio Ligabue.

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