Il Mausoleo Faccanoni, presso il Cimiteri di Sarnico, in provincia di Bergamo, è un’ imponente opera dell’architetto milanese Giuseppe Sommaruga, realizzata nel 1907 in stile eclettico.
Questa interessante opera di architettura funeraria dimostra ancora una volta quanto i cimiteri, oltre ad essere luoghi di grande raccoglimento, in cui vivere il ricordo privato o condividere la memoria collettiva, rappresentino anche un patrimonio storico, artistico e architettonico molto prezioso, in grado di raccontare molto della nostra cultura.
Un tempo i defunti venivano seppelliti all’interno e attorno alle chiese. Poi arrivarono Napoleone e l’editto di Saint- Cloud, a cui seguì il noto dibattito culturale che portò Foscolo a scrivere il carme Dei Sepolcri. Il primo dei cimiteri extra moenia previsti dal nuovo editto sorse a Brescia sotto la guida di Rodolfo Vantini che di fatto progettò il primo cimitero Monumentale d’Italia.
Dall’impianto neoclassico, col tempo i cimiteri vedono sorgere al loro interno costruzioni funerarie sempre più complesse, risultato di importanti committenze da parte delle famiglie più ricche e potenti. Caso particolarmente significativo è proprio quello il Mausoleo Faccanoni presso il cimitero di Sarnico. Secondo il progetto del Sommaruga, il Mausoleo si sviluppa su più piani, simulando una piccola città in cui potersi muovere tra scalinate, terrazzamenti e grotte.
L’effetto scenografico è di grande impatto. Qui il Sommaruga ha saputo esprimere tutto il suo carattere più libero e creativo, rispondendo alla richiesta dei Faccanoni di dare al cimitero locale, nell’occasione della costruzione del loro mausoleo, un aspetto più decoroso.
Il cancello d’ingresso alla cripta è in bronzo e ferro battuto come i lampadari e le decorazioni interne, disegnate dal Sommaruga stesso.
Sopra alla cripta una cappelletta per le funzioni religiose accessibile mediante due scalinate laterali.
L’intero mausoleo è raccordato al vecchio cimitero mediante basse costruzioni disposte a esedra: a sinistra una cappelleltta per il clero, a destra la nuova camera mortuaria. In seguito i committenti aggiunsero alcuni colombari che vennero ceduti all’amministrazione locale per le sepolture dei morti locali.
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